Ghiacciaio di Fellaria – Sentiero glaciologico “Marson”
- fly1983
- 23 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 mag 2022
Data Escursione: 12 luglio 2020 Partenza: diga di Gera 2013 m Arrivo: ghiacciaio Fellaria 2590 m Dislivello positivo: 800 m Ore impiegate: 7 ore a/r Distanza: 13 km
Link mappa: https://fatmap.com/routeid/2705742/sentiero-glaciologico-marson-ghiacciaio-di-fellaria

Come arrivare: siamo in Lombardia, provincia di Sondrio, Valmalenco. Per chi arriva da sud, si percorre la statale ss36 del Lago di Como e dello Spluga fino a Colico, poi la ss. 38 dello Stelvio fino a Sondrio. Qui prima di prendere la tangenziale di Sondrio si esce, e si seguono i cartelli per la Valmalenco. Si sale fino a Chiesa Valmalenco e si seguono le indicazioni per Lanzada, e poi per Campo Moro.
Punti di sosta presenti: alla partenza dei sentieri ci sono 3 rifugi, il rifugio Zoia, il Campo Moro e il Poschiavino, qualora voleste alloggiare lì per partire di prima mattina. Sul percorso a meno di un’ora dalla partenza si trova invece il rifugio Bignami.

Si parte dal parcheggio posto sotto la diga di Gera, che si trova oltre quella di Campo Moro. Si risale il muro della diga e qui c’è già un bivio. È possibile raggiungere il rifugio Bignami in entrambi i casi: noi abbiamo scelto il sentiero di sinistra, che porta in modo più diretto e veloce al rifugio, raggiungibile in meno di un’ora. A destra invece si sale passando dall’alpe Gembrè, allungando il percorso di un’ora e mezza, su un sentiero più panoramico e allietato dalla presenza di fresche cascate (l’acqua arriva direttamente dal ghiacciaio, quindi “fresche” è un eufemismo).


Dal rifugio poi è possibile, seguendo il sentiero glaciologico Marson, arrivare al ghiacciaio. Sono presenti 3 sentieri, A, B e C. Quello che vi porta più direttamente alla lingua del ghiacciaio è il C, ma se avete abbastanza tempo, l’ideale sarebbe riuscire a concatenarli tutti per avere una visione globale di tutta la valle glaciale.

Da lontano è possibile vedere la parte superiore del ghiacciaio col suo seracco, ma una volta arrivati ai suoi piedi, vi si aprirà una visione magnifica dell’intero ghiacciaio. Lungo tutto il percorso sono presenti pannelli informativi che vi faranno notare i punti in cui arrivava il ghiacciaio in passato. È quasi inimmaginabile pensare che arrivasse fin lì, mentre ora è diviso in due parti, quella occidentale e quella orientale.
Dopo un’ora e mezza circa dal rifugio si giunge al ghiacciaio, che vi sorprenderà oltre un piccolo, ultimo dosso. La parte superiore con il suo seracco e le cascate, e la parte sottostante con le sue grotte che cambiano forma giorno dopo giorno. Il lago ai suoi piedi è sempre più grande a causa dello scioglimento dei ghiacci, e dalla parte superiore del ghiacciaio è frequente osservare la caduta dei pezzi di ghiaccio, accompagnata da fragorosi tuoni.

È facile lasciarsi incantare e il tempo passa velocemente di fronte a questa maestosità. Da assaporare prima che purtroppo scompaia lentamente (neanche troppo lentamente, a dire il vero).

Il ritorno si effettua per lo stesso percorso, oppure chiudendo l’anello seguendo il sentiero che non è stato seguito all’andata (quindi il più diretto dal Bignami o dall’alpe Gembrè).
L’impressione che ho avuto in questa escursione è stata di essere in un posto molto lontano dall’Italia, l’Islanda. Non è frequente trovare ghiacciai di questo tipo nelle nostre zone e siamo fortunati ad avere questo posto meraviglioso in Lombardia. Considerando che è alla portata di chiunque voglia fare una bella camminata senza particolari difficoltà, se affrontata nella stagione estiva.
Voi ci siete mai stati? Che sensazioni vi ha lasciato?

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